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RITMO E NOTAZIONE CONTEMPORANEA

Se la batteria deve la sua grande popolarità all'esplosione della musica jazz, tanti altri strumenti, della numerosissima famiglia percussiva, devono la loro valorizzazione all'avvento della cosiddetta "Nuova Musica." Ossia della musica contemporanea e d'avanguardia che da poco, strano ma vero, ha trovato diritto di cittadinanza anche nei programmi scolastici. È fuori di dubbio, infatti, che la nuova notazione ha fatto del percussionista un esecutore al quale si chiede anche creatività e discrezionalità interpretativa.

Per notazione musicale s'intende il complesso di segni convenzionali atti a simboleggiare ed a rappresentare i suoni.
La notazione tradizionale, con la quale sono stati scritti tutti i capolavori del passato, derivava dai segni medievali detti neumi (dal greco neûma 'cenno'). Essa, come è noto, si articola sui seguenti elementi fondamentali:
il rigo musicale o pentagramma, le note, le chiavi, le figure, le pause e la frazione tempo.
Si tratta di un sistema ingegnoso nella sua semplicità che, dopo aver dato i suoi frutti migliori, sembra aver esaurito le sue potenzialità espressive. È evidente che un sistema, pur nella sua genialità, quando ha esaurito il suo compito va cambiato o abbandonato perché potrebbe anche trasformarsi in un pericoloso strumento di involuzione culturale.

La notazione contemporanea, usata per le più note composizioni del nostro tempo, nasce perciò dall'esigenza di trovare una nuova scrittura che, oltre a superare i limiti creativi imposti dalla vetustà del sistema tradizionale, sia più rispondente, per immediatezza grafica, al linguaggio musicale moderno.
Tale linguaggio, fatto di nuove sonorità al di fuori del sistema temperato e della prevedibilità del tonalismo, ha trovato, molto spesso, nella ricchezza timbrica degli strumenti a percussione la sua naturale collocazione.
Non a caso John Cage ebbe a dire che "la musica fatta con gli strumenti a percussione, per il fatto di essere costituita in massima parte da suoni integrali (cioè suoni naturali non temperati), rappresenta la musica del futuro".
Il futuro di Cage è il nostro presente perciò oggi, anche a livello di notazione, si può parlare dell'esistenza di una struttura organica unitaria che dovrebbe essere esplorata, capita ed interpretata da tutti coloro che, con diverse motivazioni, si interessano di musica e di strumenti a percussione.

Le varie fasi evolutive di questo nuovo sistema di scrittura si possono così sintetizzare:
fase preparatoria, costituita dall'evoluzione della scrittura convenzionale e dei suoi segni grafici (vale a dire maggiore complessità degli schemi ritmici, delle figure e della tecnica esecutiva);
prima fase, comprendente la cosiddetta notazione mista (ossia figure tradizionali e nuovi simboli grafici);
seconda fase, che si può identificare nella parziale o totale frantumazione degli schemi ritmici tradizionali e dall'avvento delle successioni aleatorie;
terza, ed ultima fase, consistente nell'acquisizione dei vari tracciati, diagrammi, cellule e strutture.

La notazione contemporanea, malgrado le apparenze, è di una semplicità estrema. A tale proposito basti pensare che durante una serie di concerti per le scuole, dopo una sommaria descrizione, riuscivamo a far interpretare anche a bambini della scuola dell'obbligo brani musicali scritti con la nuova semiografia musicale.

Fatta questa necessaria premessa cominciamo ad esaminare le varie figure che compongono la nuova grafia, partendo dai ritmi definiti e dalle successioni aleatorie.

I ritmi definiti, sono quelli nei quali esiste una regolare alternanza di accenti forti e deboli tali da determinare una evidente quadratura.
Si parla, invece, di aleatorietà quando, nella creazione dell’opera musicale, vi è la partecipazione parziale o totale, dell’interprete.
L’alea - afferma Armando Gentilucci - “è quel fenomeno in cui il compositore invoca la collabora-zione“creativa” dell’interprete, a cui affida alcune iniziative di scelta propriamente compositive, ora attraverso una notazione volutamente imprecisa, magari d’ “azione,” ove sono indicati i “gesti” sonori che l’esecutore co-autore deve compiere e non i risultati fonici, previsti solo in via approssimativa e dunque non strettamente pre-stabiliti...”
Bisogna chiarire, tuttavia, che la composizione estemporanea di parte dell’opera musicale non è certo acquisizione re-cente poiché essa era già praticata in tempi antichissimi, sia nella musica “dotta” che in quella popolare. Quindi nulla di nuovo, sotto questo aspetto, ma soltanto il recupero di un elemento creativo che serve a stabilire un più stretto legame, tra compositore ed esecutore.

Nella musica contemporanea spesso non esiste una continuità ritmica, come nella musica classica, perché i vari in-terventi sono collegati fra loro in maniera piuttosto approssimativa.
Conseguentemente, per inserirsi con la propria parte in un contesto musicale, al momento giusto, è necessario se-guire quello che fanno gli altri esecutori. Ecco perché nella musica contemporanea, il più delle volte, tutti devono seguire la partitura generale e non limitarsi a leggere soltanto quello che riguarda il proprio strumento.

Per ottenere i ritmi definiti, invece, spesso si ricorre ancora alla notazione tradizionale, ma anche in questo caso non mancano validi sistemi alternativi.
Nell’esempio riprodotto, per ottenere un ritmo preciso, si è fatto ricorso ad un reticolo asse-gnando ai vari quadratini che lo compongono sempre la stessa durata. In tal modo il quadratino funge da unità di movimento permettendo così la realizzazione, sia di ritmi definiti, sia di successioni aleatorie.

La dinamica viene, invece, stabilita dallo spessore della grafica. Per cui ad una linea più marcata può corrispondere il forte, mentre ad una linea più sottile il piano.

Per capire subito come funziona il reticolo, basta soffermarsi un attimo sulla quarta e quinta percussione, rispetti-vamente: mascella d’asino e congas. La prima (segnata con un semplice accento) suona il battere, come in un tempo di valzer, lasciando due movimenti di pausa, rappresentati dai quadratini vuoti. La seconda (pallino riempito a metà), dopo un movimento di pausa, suona tre colpi, alternando pause ad interventi. In pratica, quando nel quadra-tino c’è il simbolo si suona, quando non c’è si fa una pausa.

Nel secondo e terzo blocco, invece, la successione degli strumenti viene lasciata alla discrezionalità degli esecutori e avviene nel modo seguente: tre glissandi di piatti (poggiati sui timpani) suonati dalla 2.a percussione, sega sul finire del terzo glissando (suonata dalla 5.a percussione), tam-tam strisciato, dopo l’inizio della sega e altro glissando di piatto, quindi cimbalini (4.a percussione), ecc.



A. Buonomo SPAZIO ZERO
Ricercare per corde vocali e percussione
(frammento)





Per notazione mista s’intende un tipo di scrittura che, ai classici segni tradizionali (a volte opportunamente modificati), aggiunge anche i simboli della nuova notazione.

Nella “nuova musica” si usano, ovviamente, segni diversi dalle figure tradizionali, per indicare la durata dei suoni e le combinazioni ritmiche. Sicché, volutamente, sia la durata dei suoni, sia l’esecuzione dei ritmi, possono essere indicati in maniera approssimativa determinando, in tal modo, un’esecuzione sempre diversa e più personalizzata.
Generalmente l’autore spiega sommariamente la “chiave” per una corretta interpretazione dei segni usati. I simboli più ricorrenti si basano su disegni molto eloquenti che servono a richiamare alla mente gli effetti sonori richiesti.
Così, per un vibrato stretto si potrà avere una semplice linea zigrinata, mentre un vibrato più lento sarà indicato con dei tratti più distanziati (pp. 72-73 II vol. de “La musica tra ritmo e creatività”).

Lo stesso discorso vale per i ritmi aleatori ai quali, a seconda della densità e della consistenza dei segni, corrisponderà un adeguato numero di suoni di diversa sonorità.

Per tracciato o percorso s’intende una forma di scrittura basata sull’intervento creativo dell’interprete al quale, per scelta dell’autore, non viene fornita alcuna chiave di lettura e di esecuzione.
Si tratta in genere di brani particolari per piccoli gruppi strumentali, o strumenti solisti senza accompagnamento, scritti con un impianto segnico che, l’esecutore, ricco di fantasia, è stimolato a trasformare in suoni secondo una propria e personalissima interpretazione. I mezzi grafici usati dal compositore, per stimolare la ricerca, sono rappresentati in massima parte da diagrammi. cellule e strutture.

Per diagramma s’intende la rappresentazione grafica di picchi sonori verso l’alto o verso il basso. Generalmente vengono usati per indicare le variazioni di intonazione verso l’alto o verso il registro grave, durante l’esecuzione del tremolo o del vibrato.
Le variazioni dinamiche, invece, vengono indicate, come al solito, con dei tratti più marcati.

Altro discorso invece per le cellule e le strutture che, oltre ad essere di vario genere e forma, possono essere espresse sia con la scrittura tradizionale sia con la notazione contemporanea.
In alcuni casi i simboli sono racchiusi in spazi delimitati, simili alle misure, e la velocità viene stabilita in base alla distanza che intercorre tra i vari segni: più fitti saranno i segni e più veloci sa-ranno le articolazioni ritmiche (pp. 73-74 II vol. de “La musica tra ritmo e creatività”).

Abbiamo già detto che la nuova notazione contemporanea è nata anche per l’esigenza di superare le limitazioni del sistema tradizionale.
Alcuni di questi limiti sono rappresentati, ad esempio, dalla difficoltà di ottenere un'evoluzione ritmica graduale, usando solo le figure di valore, oppure di usare suoni al di fuori del sistema temperato.
Nel primo caso, Infatti, non abbiamo figure intermedie, ma solo il doppio o la metà; nel secondo, solo distanze minime di semitoni.
Facciamo un esempio pratico. Se volessimo scrivere una progressione ritmica per il rullo (o per i colpi d’arco dei violinisti, violoncellisti, ecc.), l’unico sistema, per ottenere una certa gradualità, sarebbe quello di ricorrere alle cosiddette modifiche di movimento graduale, e cioè: “accelerando” affrettando”, stringendo, ecc. In caso contrario si potrebbero scrivere solo valori che, dal punto di vista della velocità, esprimono il doppio dei precedenti, vale a dire: quarti, ottavi, sedicesimi, ecc.
Lo stesso discorso vale per le note, perché se si vuole scrivere musica, usando tutti i suoni presenti in natura e non solo quelli temperati che sono soltanto dodici, con la scrittura convenzionale ciò non è possibile.
Facciamo anche qui un esempio pratico. Dagli archi, o anche da uno strumento a fiato, si desidera un trillo con note non fisse; in pratica note che, secondo le indicazioni, devono crescere o calare sfruttando anche i terzi e i quarti di tono. Col sistema tradizionale sarebbe molto complicato indicarlo, mentre, con la notazione contemporanea, un semplice
diagramma rende anche visivamente l’idea dell’effetto desiderato.

Va rilevato, infine, che la frantumazione dello schema ritmico tradizionale, rappresentata dall’aleatorietà (cioè dalla decisione del compositore di lasciare completamente o in parte la responsabilità della creazione ritmica all’esecutore), può restare soltanto un fatto grafico, e non coincidere con l’abbandono delle forme ritmiche del passato, anche se si interpretano i segni della “nuova semiografia musicale”.
Pertanto l’asimmetria ritmica della musica contemporanea può essere determinata, di volta in volta, dalla capacità (o incapacità) dell’esecutore di interpretare i nuovi segni, dando anche una quadratura ritmica in senso tradizionale.

Prima di concludere queste brevi note, vorremmo far notare a chi ci legge che spesso
la musica contemporanea viene messa sotto accusa da parte di certi pigri conservatori, chiusi nelle loro camere stagne di cultura già acquisita. Si può, a nostro avviso, dissertare sulla genuinità di certa musica, considerata da alcuni critici troppo cervellotica. Ma a parte il fatto che a noi percussionisti interessa conoscerla, per interpretarla nel miglior modo possibile, non possiamo fare a meno di pensare che aggiornarsi su un’arte così evolutiva, come quella musicale, cercando di toccare tutti i generi che la compongono, sia un dovere al quale nessuno può sottrarsi. Solo così i futuri musicisti saranno in grado di interpretare ogni stile o/e qualsiasi tipo di creazione musicale: da quella popolare a quella accademica.
“L’Opera - ha detto Ferruccio Busoni - deve accogliere tutte le forme musicali e tutti i mezzi, dalla marcia alla canzone alla danza, dal canto all’orchestra, dal profano allo spirituale; lo spazio smisurato di cui essa (opera) dispone la rende capace di assimilare ogni genere ed ogni tipo, di riflettere qualsiasi stato d’animo”.
Ormai, nella musica d’oggi, non c’è più posto per chi da tempo si è cristallizzato su un’epoca un genere o uno stile.
Per un percussionista, ma anche per qualsiasi altro strumentista, ignorare la struttura essenziale della nuova scrittura musicale, significa rinunciare a capire e ad interpretare tanti capolavori contemporanei che rappresentano, non dimentichiamolo, la musica del nostro tempo.

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