-Una sintesi per visitatori frettolosi
-Un viaggio fra le essenze più indicate per la costruzione di bacchette per tamburo e batteria.
- Una scheda tecnica per capire come nascono le bacchette artigianali personalizzate.
- Una breve escursione fra i nuovi materiali alternativi.
- Alcuni consigli pratici per aiutarvi a scegliere.



IL MIGLIOR LEGNO PER BACCHETTE NON È IL NOCE D’AMERICA
 


Iniziamo questo viaggio, nell’universo del legno per costruire bacchette, con una sintesi dedicata anche agli alberi dei nostri boschi.
Le mail che ho ricevuto sull’argomento, testimoniano un rinnovato interesse per le bacchette artigianali costruite dai fabbricanti di casa nostra (che, ormai superato il gap iniziale, propongono esemplari in grado di sostenere molto onorevolmente la concorrenza dei più blasonati modelli d'oltreoceano). Un esempio per tutti: una giovane ditta toscana formata da boscaioli. E siccome tutti sappiamo che per queste persone il legno non ha segreti, ci aspettiamo che la loro passione e competenza ci regali presto le bacchette dei nostri sogni.
Intanto, a coloro che mi hanno chiesto se le bacchette italiane sono in hickory, rispondo che è solo una questione di scelte perché in Italia si trova qualsiasi tipo di legno. E, in ogni caso, è possibile costruire buone bacchette “tutte italiane”, a condizione che si rispettino alcune regole fondamentali che riguardano soprattutto la selezione della materia prima, cioè del legno.

Com’è noto, la prima qualità di un buon legno per bacchette è la resilienza, ossia la resistenza all’impatto. Questa qualità per batteristi e percussionisti, che devono lavorare su materiali metallici come quello dei piatti, è importantissima. Non a caso una volta si usavano bacchette costruite con il cosiddetto legno osseo, cioè l’ebano (ora sostituito dall’hickory).
Il legno italiano non arriva a questi coefficienti di resistenza ma, nonostante questo handicap, con design innovativi e una buona ripartizione dei pesi si possono ottenere ugualmente ottime bacchette.
Per quel che concerne, invece, la materia prima, eccellenti risultati si possono ottenere con essenze dure quali, ad esempio, l’ornello, il leccio, il sorbo e il carpino bianco.
Troppe volte, però, capita che bacchette costruite con le essenze più nobili (nel nostro caso più dure) deludano le aspettative di quelli che le comprano.
Le principali ragioni di questi fallimenti risiedono sia nella qualità delle partite di legno impiegate sia nel progetto (e nel suo conseguente bilanciamento).

Nel caso dell’hickory, approfittando dell’ignoranza dei compratori, non sempre viene usata l’essenza più pregiata e la prima scelta (più costosa) esente da difetti. E, a proposito d'ignoranza, in un famoso metodo degli anni Trenta, giunto in Italia nel dopoguerra, si afferma che “il miglior legno per bacchette è l’hickory (o noce d’America)”. Un errore incredibile (perpetuato e divulgato da molti strumentisti anche su Internet) perché il noce d’America, pur essendo un albero della stessa famiglia, conosciuto come canaletto o hickory nero, ha rigidità e resilienza ridotte, rispetto al “consistente” hickory che dovrebbe essere usato per costruire bacchette.
Anche di quest’ultimo, comunque, esistono ben quattro specie commerciabili, delle quali due di qualità decisamente inferiore alle altre, tra cui il cosiddetto “water hickory”.
Perciò, il fatto che le bacchette siano di hickory non significa nulla; e solo la prova sul campo, di strumentisti esperti, è in grado di stabilire la qualità dell’attrezzo più importante per batteristi e percussionisti.
A riprova di queste affermazioni posso riferire che un batterista, interpellato per un parere su delle bacchette artigianali costruite con legno italiano, ha detto, con compiaciuto orgoglio: “Io, sia per lo studio che per suonare, uso solo bacchette in hickory bianco”. Poi, quando gli ho spiegato che il cosiddetto hickory bianco non è una pianta, ma solo l’alburno dell’albero (ossia la parte che si trova dopo la corteccia), ci è rimasto tanto male da andare a protestare con il commesso del negozio che gli forniva le bacchette.
L’albero da legno, come gli animali da carne, ha parti pregiate di prima scelta e parti di seconda scelta meno pregiate. Per questo, l’essenza che si sceglie per costruire bacchette è importante, ma non è tutto. A volte, conviene di più la parte migliore di un albero con resilienza più bassa che un hickory di seconda scelta. Diceva Paperon de' Paperoni (l’immaginario personaggio dei fumetti creato da Carl Barks): L’oro non è tutto, c’è anche il platino! Il nostro platino potrebbe essere la parte più nobile dell’albero accoppiata a un design innovativo. Ma questi sono sogni, perché nel corso di una carriera sono veramente pochi gli esemplari di bacchette in grado di rispondere pienamente alle nostre esigenze professionali.
Tornando alle parti pregiate dell’albero, anche per il Fraxinus ornus (nome latino dell’ornello) ad esempio, la scelta è molto difficile. Questo perché le parti utili, per costruire delle buone bacchette, sono soltanto quelle del cosiddetto “piede”; cioè del pezzo che viene prima della radice. Si presume, infatti, che questa parte, forse per il peso del resto della pianta, sia più densa e consistente. A questi problemi vanno poi aggiunti quello del taglio (che deve avvenire in un periodo ben preciso); l’essiccazione lenta (che, a volte, dura anni); ecc.
Per quanto riguarda il design, invece, una buona bacchetta, oltre ad essere ben bilanciata (e qui entra in ballo la differenza di peso e spessore fra la parte più spessa della bacchetta, il fulcro e il punto di percussione) deve avere anche una punta che impatta la pelle con l’angolazione giusta.
Un pallone ovale, come quello usato nel rugby, se cade in orizzontale produce un suono diverso da quando cade in verticale. Lo stesso discorso vale per le punte delle bacchette ad oliva o lancia che, se non percuotono con la giusta angolazione tra braccio e avambraccio, cambiano la sonorità.
Per questo ai principianti, soprattutto a quelli che usano la posizione classica, io consiglio di usare bacchette con la punta a sfera (la punta tonda, anche se si cambia angolazione, “cade” e impatta la pelle sempre nello stesso modo).
In conclusione, una bacchetta si giudica innanzitutto dal tipo di legno usato (il legno è una fibra viva che, come sappiamo, con le sue vibrazioni, contribuisce a determinare la qualità del suono); dal bilanciamento; dalla rigidità e resistenza all’impatto; dalla precisione e forma delle punte e, in successione, dal peso e dalla lunghezza.
Tutti questi parametri contribuiscono a stabilire a chi e a quale uso sono destinate le bacchette.
Un modello rigido, costruito con legno ad alta resilienza, non è adatto ad un principiante come, viceversa, una bacchetta leggera ed elastica, non va bene per un professionista.
Questo perché l’esperto conosce la tecnica per ammortizzare le vibrazioni, trasmesse dal legno; mentre, chi ignora tale tecnica, potrebbe assorbire le vibrazioni rischiando malanni professionali quali, ad esempio, la tendinite o l’epicondilite (cfr. “Quando suonare fa male” p. 86 libro Sapere per suonare).

Il bilanciamento di una bacchetta dipende soprattutto dalla distribuzione del peso tra impugnatura e punta. Se tale distribuzione non è ben calibrata si possono avere o bacchette troppo leggere verso la punta (squilibrate e difficili da controllare) o, viceversa, bacchette troppo pesanti “in testa”, con le quali anche l’esecuzione di un pianissimo sarebbe problematico.
Le bacchette sbilanciate e senza corpo richiedono una pressione maggiore delle dita per essere controllate e, se lasciate libere per il rimbalzo naturale, da sole ritornano “in sede” più lentamente. Questo, ovviamente, va a discapito del suono perché se la bacchetta non è lasciata libera, subito dopo la percussione, le vibrazioni vengono attutite. Pensate alla differenza di suono che produce una palla da tennis battuta al suolo con la mano o lasciata cadere da sola e capirete perché a Napoli, quando strumentisti che usano archi o bacchette su strumenti professionali, lasciano a desiderare, si dice: “Chillo ‘o manico nunn’è bbuono!” Vale a dire che la guida cioè l’esecutore, e non l’attrezzo, è inadeguato.


 
   

DALL'ALBERO AL SUONO

- Un viaggio fra le essenze più indicate per la costruzione di bacchette per tamburo e batteria.
- Una scheda tecnica per capire come nascono le bacchette artigianali personalizzate.
- Una breve escursione fra i nuovi materiali alternativi.
- Alcuni consigli pratici per aiutarvi a scegliere.

Durante una delle tante tournée europee (quando le bacchette erano migliori di tanti modelli presenti oggi sul mercato) il famoso batterista Buddy Rich, in una intervista rilasciata a Jazz Forum, disse: “Le bacchette oggi sono terribili. Il legno non è di prima qualità, è soffice, gommoso e lo spessore è tremendo. Così devi cercare di fare il meglio che puoi con ciò che hai.”

La scelta delle bacchette è una delle decisioni più importanti per un batterista o percussionista di qualsiasi livello tecnico.
Ogni esecutore è differente dall’altro ed ha, di conseguenza, esigenze diverse in rapporto alla conformazione delle mani, al livello tecnico e al tipo di musica che suona.

In generale, gli elementi che contribuiscono a stabilire la tipologia di un buon paio di bacchette si possono sintetizzare in dieci punti.

1. Il tipo di legno
2. Il bilanciamento
3. Il tipo di pallina
4. La rigidità
5. La resistenza all’impatto
6. Il grado di fendibilità del legno
7. La densità
8. A chi ed a quale uso sono destinate
9. Il peso
10. La lunghezza.

Il legno più usato per la fabbricazione di bacchette, per i manici degli utensili, mazze da golf e mazze da baseball, attualmente, è l’hickory. Tuttavia, prima che si scoprissero le caratteristiche dell’hickory, era il frassino il legno impiegato per attrezzature sportive, manici di attrezzi, ecc., per la sua flessibilità e capacità di assorbire molti urti senza spezzarsi. Non tutti, però, sanno che lo stesso legno non può andare bene per il professionista e per il principiante, perché al primo servono bacchette rigide, più pronte e incisive; al secondo bacchette moderatamente elastiche, più facili da usare, per evitare danni fisici.

Partendo da questi presupposti abbiamo scelto varie essenze, tra cui alcune già usate con successo in passato senza, tuttavia, trascurare quei materiali alternativi che la continua ricerca tecnologica potrebbe offrirci in futuro.

Il bilanciamento riguarda la distribuzione del peso. In altre parole la bacchetta poggiata su un dito, giusto al suo centro, non dovrebbe pendere da nessuna delle due parti.
Quasi tutte le bacchette pendono dalla parte del manico per il fatto che tendono ad assottigliarsi verso il punto di battuta.
Un buon compromesso, quindi, è rappresentato dal bilanciamento a non più di due centimetri dal suo centro (verso il manico).
Una bacchetta più leggera dalla parte della punta è più facile da usare, ma più difficile da controllare.

La forma della pallina è importante perché da essa dipende il suono e il tipo di angolazione da usare.
Una punta ovale richiede un’angolazione tra braccio e avambraccio molto precisa. Se, ad esempio, l‘impatto dovesse avvenire con la punta (angolazione più alta) il suono sarebbe diverso.
Una punta tonda o a sfera, oltre ad essere adatta per tutti, è più indicata per un principiante perché l’impatto, a prescindere dal tipo di angolazione tra braccia e avambracci, avviene sempre nella stessa maniera: come una palla che, indipendentemente da come si lancia, cade sempre nello stesso modo.

La rigidità, ovvero la resistenza alla flessione, è una qualità del legno che consente un maggiore controllo. Ciò nonostante, come abbiamo già accennato, una bacchetta troppo rigida, usata da un principiante, si può rivelare dannosa se non è usata con la tecnica giusta.

La resistenza all’impatto,
o resilienza, è la capacità di assorbire urti senza spezzarsi. Si tratta di un elemento importantissimo per valutare la robustezza del legno.
Le varie prove vengono effettuate facendo cadere un peso (di solito una sfera d’acciaio) su un campione, da altezze sempre più elevate, finché non si spezza.

Il grado di fendibilità. Alcuni legni si scheggiano più facilmente di altri soprattutto alla punta, o in corrispondenza delle venature. Lo sanno bene i batteristi che lavorano molto sui piatti, ma anche gli xilofonisti che adoperano bacchette con la pallina di legno.

Una scala della fendibilità dei legni li divide in: straordinariamente difficili a fendersi, molto difficili, difficili, abbastanza difficili, discretamente facili, facili, facilissimi e straordinariamente facili. I legni della nostra selezione rientrano quasi tutti nella categoria: straordinariamente difficili e molto difficili a fendersi.

La densità del legno, o peso specifico, come tutti sanno è data dal rapporto del peso di un corpo con quello di pari volume d’acqua. In pratica, il peso specifico del legno di una stessa pianta non sempre è uguale perché a determinarne la densità concorrono vari parametri, tra cui il tipo e il tempo di stagionatura. In linea di massima, il maggiore o minore peso del legno indica la sua maggiore o minore compattezza. I legni molto pesanti sono per lo più anche i più duri.

A chi ed a quale uso sono destinate le bacchette. Le caratteristiche del legno determinano già in partenza il tipo di destinatario delle bacchette. Una bacchetta troppo rigida non è adatta ad un principiante mentre, viceversa, una bacchetta costruita con legni troppo elastici, non si adatta alle caratteristiche tecniche di un professionista.

Se spostiamo il discorso sugli attrezzi sportivi quali, ad esempio, sci e racchette da tennis il discorso sarà ancora più chiaro.

Se un principiante si mette in mente di usare gli sci o la racchetta del grande campione il minimo che gli può succedere è di rompersi una gamba o beccarsi una epicondilite, ossia il cosiddetto “gomito del tennista”. Ciò perché il grande campione, come il bravo professionista in campo musicale, sa come sfruttare a proprio vantaggio le caratteristiche di resistenza alla flessione dei vari materiali.

Nella scelta del legno e del modello, infine, giocano un ruolo molto importante anche l’uso al quale le bacchette sono destinate. Un paio di bacchette troppo leggere e inconsistenti non può andar bene per il tamburo da banda, mentre una bacchetta troppo elastica si scheggia anche molto facilmente e, quindi, non può essere usata per il lavoro sui piatti.

Il peso di una singola bacchetta, in genere, va da ca. 55 a 70 grammi ed è in rapporto al tipo di legno, al modello e alla lunghezza. Questo significa che due paia di bacchette dello stesso modello e della stessa lunghezza possono avere un peso diverso, a seconda del legno con il quale sono costruite. Le bacchette in ebano, ad esempio, sono più pesanti di quelle di hickory, mentre quelle di hickory, a loro volta, sono più pesanti di quelle in acero.

La lunghezza. Per permettere al batterista di raggiungere più facilmente i tanti strumenti che compongono un set moderno di batteria, alcune industrie hanno immesso sul mercato bacchette più lunghe di quelle in uso fino a qualche tempo fa.
Una bacchetta troppo lunga, oltre ad essere più pesante, è anche meno equilibrata, perciò richiede un approccio tecnico diverso. In altre parole, quando serve un maggiore controllo delle bacchette, è necessario ricercare il giusto equilibrio impugnando le bacchette lunghe più verso il centro e saper evitare, come per le bacchette rigide, di trasmettere le vibrazioni del legno alle braccia.


PRIMA DI COMPRARE

Le bacchette non sono come il frigorifero o il televisore, per i quali basta dare la preferenza alle marche più affermate per non andare incontro a spiacevoli sorprese.

Il legno è una fibra viva che, con le sue vibrazioni, contribuisce a determinare la qualità del suono, ma proprio per questa sua vitalità, può causare problemi di varia natura. Infatti, il legno non sta mai fermo: si allunga, si accorcia, o si contorce, per effetto del calore e dell’umidità.

Uno dei maggiori difetti del legno è l’imbarcamento, ossia la tendenza del legno ad incurvarsi.
Per questi motivi le bacchette non si possono comprare a scatola chiusa, anzi… a confezione chiusa, come pretenderebbe di vendere la maggior parte dei commercianti.


6 CONSIGLI PER AIUTARVI A SCEGLIERE

Non vi fidate di quello che c’è scritto sulla bacchetta. Il fatto che siano di hickory, o altra essenza pregiata, non significa nulla. A parità di essenze vi possono essere delle differenze abbastanza eclatanti a seconda della scelta del legno usato. Solo la prima scelta extra è esente da difetti, mentre già nella prima scelta commerciale sono ammessi piccoli difetti quali leggere deviazioni delle fibre e piccole fenditure.

Controllate che le bacchette siano diritte. Per vedere se le bacchette sono diritte fatele rotolare lentamente su una superficie liscia, una alla volta, guardandole controluce. Dalla quantità di luce che passa sotto alla bacchetta si vedrà la gravità del difetto. Verificate, inoltre, se ci sono venature, che si possono aprire, o microscopiche incrinature.

Verificate il peso. Ci sono modelli di marca che hanno una disparità di oltre dodici grammi che, su un peso che va dai 50 ai 70 grammi, rappresenta una differenza veramente inammissibile. Si può tollerare una differenza di due tre grammi, ma non di più perché una disparità maggiore, oltre a causare dei danni, sarebbe difficile da controllare nel corso di un’esecuzione.

Provate il suono. Per provare il suono è sufficiente impugnare le bacchette una alla volta (con la stessa mano) e senza cambiare posizione, suonare alcuni colpi, nello stesso punto e con uguale forza, su una qualsiasi superficie sonora (anche un tavolo può andare bene). Se il suono risulta differente conviene cambiare una sola bacchetta e riprovare finché non si ri-esce a trovarne due abbastanza simili.

Attenzione alla rigidità. Comprate delle bacchette rigide soltanto se siete sicuri di saper ammortizzare le vibrazioni con la tecnica appropriata. In caso contrario vi conviene una bacchetta più elastica che, anche se è meno durevole, si adatta meglio al vostro modo di suonare.

Comprate diverse paia di bacchette. Quando si è in grado di investire una piccola somma conviene acquistare più paia di bacchette della marca e modello preferiti. A casa poi, con l’aiuto di una bilancina dietetica, per controllare meglio il peso, si potranno appaiare con più calma e precisione.


QUALI BACCHETTE PER IL FUTURO?

Anche per le bacchette, com’è avvenuto con racchette da tennis e sci, qualche costruttore ha già proposto, senza molta fortuna, materiali alternativi al vecchio e collaudato legno. Tali prodotti, a parte le vecchie bacchette da studio in metallo, sono detti compositi perché costituiti da materiali misti.
Recentemente, sono state immesse sul mercato anche bacchette di plastica non più stampate, ma lavorate al tornio come quelle di legno. Esiste, però, un prodotto, frutto della incessante ricerca tecnologica, già testato e impiegato per la costruzione di attrezzi sportivi: il thermolon&Mac226;.
Questa nuovissima fibra pare che, per la prima volta, riesca ad accoppiare la rigidità, per un buon controllo, e l’elasticità per ammortizzare le vibrazioni, dopo l’impatto. In teoria sembrerebbe l’ideale anche per la fabbricazione di bacchette che avrebbero, tra l’altro, la caratteristica (negativa per i fabbricanti) di essere indistruttibili.
A parte queste considerazioni futuristiche, siamo convinti che i fabbricanti di bacchette possano dormire ancora sonni tranquilli perché, a nostro avviso, difficilmente in un futuro prossimo si potrà sostituire con successo una fibra viva e sonora come il legno.
Per quanto riguarda le bacchette per altri strumenti ricordo che nel video “La scuola di percussioni e batteria” è stato dedicato un intero capitolo alla costruzione artigianale di bacchette per timpani, marimba, vibrafono e glockenspiel.


CARATTERISTICHE STRUTTURALI DI ALCUNI TIPI DI LEGNO

HICKORY
Legno denso e robusto molto resistente all’impatto. Rigidità elevata.

FRASSINO
Scarsa rigidità, ma resistente alla flessione e alla compressione.

ACERO AMERICANO DURO
Legno a densità media e di rigidità ridotta, ma di buona flessibilità e resistenza.

CARPINO BIANCO (francese)
Legno denso e pesante con grande resistenza alla flessione e alla rottura.
Rigidità e resistenza all’impatto medie.

EBANO AFRICANO
Elevata resistenza a ogni tipo di sollecitazione.

EBANO INDIE ORIENTALI
Eccezionalmente denso e pesante ha una elevata resistenza a ogni tipo di sollecitazione.

COCOBOLO
Legno ad alto contenuto di olio che dà una sensazione di freddo al tatto, come il marmo.
Elevata resistenza ad ogni tipo di sollecitazione.

GUATAMBÙ-MOROTI
Legno robusto, denso e pesante con buone caratteristiche di resistenza a ogni tipo di sollecitazione e soprattutto agli urti.

ACACIA (australiana)
L’acacia, detta anche robinia o gaggia, ha un legno duro, pesante ed elastico di rigidità media. Elevata resistenza alla compressione.

PADOUK AFRICANO
Legno denso e molto resistente. Rigidità e resistenza all’impatto medie.

NARRA
Legno di rigidità ed elasticità medie ideale per lavori al tornio.

QUERCIA
Esistono oltre 200 tipi di querce. Quelle con il legno più duro crescono nel sud degli USA.
Si tratta di un legno di media durezza, resistente alla flessione, ma di facile fendibilità.

PALISSANDRO
Il suo tallone d’Achille, così come per il frassino, è rappresentato dalla scarsa rigidità. Con la differenza, però, che il frassino ha un costo nettamente inferiore.